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iBeacon: solo un pezzo del tuo puzzle di Retail marketing

iBeacon: solo un pezzo del tuo puzzle di Retail marketing

30 giugno 2015iBeacon: solo un pezzo del tuo puzzle di Retail marketing

I beacon hanno di certo creato una rivoluzione nel mondo del retail ma per esprimere al meglio il loro potenziale devono essere supportati da una strategia che funzioni in sinergia con gli strumenti “tradizionali” del marketing, altrimenti rischiano di diventare inutili e controproducenti.

Grazie alla tecnologia beacon, come abbiamo spiegato qui, ci sono una serie di vantaggi strutturali che permettono di far crescere esponenzialmente la qualità dell’esperienza dei propri clienti e ideare così un piano marketing accurato e potente. I beacon permettono, ad esempio, di capire in tempo reale quando un cliente si trova all’interno del negozio o vicino a quale zona sta transitando: permette una micro geo-localizzazione del cliente. Oltre a sapere dove il cliente stesso si trovi è possibile inviare al suo smartphone notifiche precise e mirate in un determinato momento: quando si trova vicino ad un vestito in sconto, ad esempio. Si possono inoltre inviare offerte o ringraziare il cliente quando se ne sta andando dal negozio.
Grazie a queste potenzialità, brevemente riassunte, retailer di ogni dimensione stanno aggiungendo i beacon, legati alla loro app, ai loro store. Non è più possibile, oggi, non tenere conto in una strategia di marketing della potenzialità del proximity marketing fatto con i beacon; bisogna però rendere più attuali le tecniche di advertising e fare in modo che i beacon esprimano al meglio tutto il loro potenziale per quello che sono: un supplemento alle tecniche tradizionali di marketing, non una soluzione totale.
I beacon da soli non sono una soluzione, sono uno strumento. E senza alcune accortezze rischiano di divenire inutili o addirittura dannosi. Ecco alcuni problemi di fondo da tenere in considerazione quando si decide di attuare una strategia di marketing legata ai beacon.

1 Gli utenti possono avere il bluetooth spento, non permettendo al beacon di interagire con lo smartphone

Accade spesso che chi ha uno smartphone spenga il bluetooth per non consumare energia,  eliminando così le funzionalità di comunicazione del sistema di proximity. Tuttavia per il funzionamento dei beacon è necessaria solamente la bluetooth low energy, il che significa che quest’abitudine è solamente controproducente: i beacon non consumano la batteria degli smartphone. Ovviamente sradicare un gesto abitudinario è  quasi impossibile, la gente continuerà a spegnere il bluetooth, bisogna però cercare di aggirare il problema.
Uno store dovrebbe munirsi di un advertising adatto a fornire istruzioni più chiare possibili ai clienti, senza risultare invasive: un avviso, un cartello, qualsiasi cosa ricordi di accendere il bluetooth, scaricare l’app e accettare le notifiche push (tutti strumenti del marketing tradizionale). Col tempo, forse, quando i beacon diventeranno uno strumento onnipresente tenere il bluetooth attivo sarà un’abitudine naturale, per ora è necessario ricordarlo, altrimenti i beacon rimarranno pezzi di plastica nel vostro store.

2 Non è detto che gli utenti tegano i propri smartphone sotto controllo mentre sono a fare shopping

Le notifiche push inviate dai beacon non hanno valore se i destinatari non hanno lo smarpthone sotto mano. Guardandoci intorno notiamo come sempre più persone controllino costantemente i propri smartphone, tuttavia non possiamo correre il rischio che l’investimento dei beacon non raggiunga il suo bersaglio: dovremo fare in modo che guardare lo smartphone in quel preciso momento diventi un valore aggiunto per l’esperienza del nostro cliente.
In questo caso sarà da valutare come strutturare l’app del retailer: dovrà già dalle prime schermate far capire l’importanza delle notifiche, far capire che miglioreranno decisamente l’attività di shopping. Sarà necessario dunque spiegare chiaramente perché e come usare l’app: per ricevere e controllare liste di prodotti in offerta, per ricercare dove i prodotti sono situati nello store, eccetera. Bisogna fare in modo che il cliente sia stimolato ad usare il telefono: se lo userà sarà più facile interagire con esso e sviluppare il potenziale della strategia di proximity marketing.

3 Non è detto che il cliente abbia già scaricato la app

Ovviamente, ancor prima di essere sicuri che il bluetooth si acceso bisogna accertarsi e fare in modo che l’utente scarichi la app, altrimenti l’utilizzo dei beacon risulterà completamente inutile (le notifiche push funzionano solo all’interno della app del retailer implementata con i beacon)
Dovrete quindi iniziare in tempo una campagna che inviti l’utente a scaricare l’app, ad esempio con i QR code che si colleghino con l’App Store o con spieciali offerte per i nuovi utenti.

4 Lo smartphone è silenzioso, i clienti non vogliono essere disturbati mentre acquistano i loro prodotti

Le notifiche non possono diventare un problema e non possono diventare un disturbo, avere quindi questa possibilità non vuol dire doverne abusare: i risultati saranno opposti a quelli desiderati. Dovrete essere sicuri che i vostri messaggi siano rilevanti e performanti per il vostro cliente senza essere invadenti, irrilevanti o diventare un elemento di disturbo che possa portare alla cancellazione dell’app dallo smarphone.
Il piano dei contenuti delle notifiche push è dunque un altro aspetto da valutare con cura, non basta avere i beacon se non si sa cosa inviare e come farlo.
Il potenziale di rivoluzionare il retail è dunque a portata di mano, ma tutto si gioca ancora sulla capacità di inserire questa tecnologia nelle strategie di marketing adatte al proprio business.

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