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LinkedIn & Privacy: in arrivo nuove funzioni e regole

LinkedIn & Privacy: in arrivo nuove funzioni e regole

5 novembre 2015LinkedIn & Privacy: in arrivo nuove funzioni e regole

Chat, Profili per 13enni e nuove regole per i Gruppi di Discussione, quali impatti e nuovi scenari possibili?

Pubblicato su Repubblica.it e Assodigitale.it, 02 novembre 2015

LinkedIn ha iniziato a distribuire un aggiornamento del proprio sistema di Messaggistica, un nuovo “rispolverato” Profilo per i 13enni e a breve nuove regole per i Gruppi di Discussione. Queste alcune recenti e meno novità: la prima è già in fase di distribuzione, nei giorni scorsi anche il mio profilo personale è stato aggiornato, la seconda risale addirittura alla fine del 2013 con scarsissimo riscontro fino ad ora (fortunatamente), mentre la terza sarà rilasciata a breve.

La notizia è dei primissimi di settembre e proprio in questi giorni LinkedIn ha iniziato a distribuire il suo aggiornamento del proprio sistema di Messaggistica sia sul web sia sui dispositivi mobili. WhatsApp, Messanger e Snapchat sempre più popolari, forse questa la ragione principale che ha spinto il più famoso social per il b2b, LinkedIn, a intraprendere questa strada.

La Chat quale nuovo strumento di contatto e messaggistica, di cosa si tratta? Prima molto simile ad un gestore di mail, ora una vera e propria chat come quelle più famose per mobile e in uso nei principali social network. Più comoda, fluida e immediata sicuramente soprattutto per coloro che usano tale strumento in mobilità. E’ possibile aggiungere ai messaggi le Gif, immagini anche animate, e le emoji, le c.d. faccine, come del resto in tutte le altre chat dei più famosi social.

Questa novità però non permette più di inviare messaggi, ad esempio, ad un gruppo di dieci destinatari evitando che tutti quanti vedano tutti gli altri. Ma la funzione CCN, Copia Conoscenza Nascosta, dov’è finita? E ora come sarà possibile tutelare la privacy di tali soggetti destinatari?

Forse sarebbe stato più utile mantenere il sistema di messaggistica in uso fino a poco tempo prima e introdurre una chat come funzione aggiuntiva, arricchendo di parecchio tale servizio. In questo modo avrebbero probabilmente potuto fare davvero la differenza: Mail più Chat!

Non dimentichiamo che LinkedIn nasce e si è proposto fino ad ora quale piattaforma per il b2b, e ora quale rischio corre il Social?

Un suo utilizzo più ridotto e forse anche un abbandono, concreta possibilità, da parte di chi utilizzava tale strumento di comunicazione per il mantenimento delle relazioni professionali, commerciali o più semplicemente all’interno della propria organizzazione. Abbandono e migrazione verso un’altra piattaforma sociale che potrà offrire tale servizio purchè le regole più elementari in materia di privacy siano garantite, ma non solo questo necessariamente.

Anche un cambio di strategia di digital marketing potrebbe essere alquanto probabile. Utilizzare il Social per ampliare la propria rete di collegamenti e tramite i propri post portare l’utente verso il proprio sito web o blog, quindi al suo esterno, offrendo la possibilità di accedere a contenuti interessanti, condividerli e magari, perché no, invitandolo ad iscriversi alla propria newsletter, facendo proprio quel Lead oProspect ed effettuando in un secondo momento azioni che potrebbero completamente estraniare il Social. Un DEM (Direct Email Marketing), ad esempio, sotto il proprio controllo e nel rispetto e tutela dei dati personali dei propri destinatari avvalendosi anche di strumenti di inoltro automatizzati (MailUp, MagNews, etc.).

E tutto questo mentre ad inizio ottobre il più famoso social network per il b2b viene multato per 13 milioni di dollari per spam negli Stati Uniti. LinkedIn inviava, fino a 3 mail in caso di mancata risposta, inviti a collegarsi alla sua piattaforma ai contatti acquisiti dai propri utenti registrati al fine di rimanere in contatto. Proprio le due mail in caso di mancato riscontro sono state considerate spam dai giudici USA, comunicazioni di sollecito non autorizzate e pertanto sanzionato. La class action californiana nei suoi confronti ha avuto la meglio: 1500 dollari circa per ogni querelante.

L’intenzione molto probabilmente è quella di un cambiamento radicale del proprio sistema di comunicazione. La chat è sicuramente più facile e istantanea, e con l’introduzione di immagini e video potrà sicuramente rendere più emozionante tale esperienza comunicativa. Ma stiamo parlando di LinkedIn o Facebook? Possibile immaginare una conversazione tra fornitore e cliente con l’utilizzo diemoji? Anche, ma non è sempre possibile! Due Social completamente differenti tra loro e con utenti, magari anche in comune, ma con approcci e fruizione dei servizi anche diversi tra loro.

Probabilmente le nuove logiche di business di LinkedIn lo porteranno a diventare un social come altri tra i più famosi e con lo stesso numero di utenti, forse, ma questa scelta così come attuata che non consente più ad esempio di comunicare con i propri collegamenti in modalità privacy potrà sicuramente avere delle conseguenze in termini di minore fruizione dei servizi proposti e in numero di utenti.

In realtà potrebbero esserci delle ragioni che apparentemente non comprendiamo, come i Profili per 13enni (età minima) e le nuove regole sui Gruppi di Discussione, che affronteremo nei prossimi contenuti che saranno postati nei prossimi giorni, e che molto probabilmente ci aiuteranno forse a meglio comprendere questa “nuova” strategia di LinkedIn.

Quello che ad oggi pare evidente è forse la poca attenzione sia verso la tipologia dei propri utenti business e soprattutto nei confronti delle più elementari regole di tutela e protezione della riservatezza delle informazioni personali.

Si parla sempre più di mancanza di fiducia degli utenti del web da una parte, e di fidelizzazione come unmust in qualunque strategia di digital marketing dall’altra parte, e non puntare alla privacy quale leva di competitività per conquistare sempre di più la fiducia dei consumatori on line potrebbe essere una strategia non convincente.

Solo il mercato con le sua scelte ci dirà se tale strategia sarà vincente o meno, non ci resta che aspettare alla finestra!

Pubblicato su Repubblica.it e Assodigitale.it, 02 novembre 2015

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