Risalire nelle classifiche di allora era molto facile: bastava riempire le pagine web di parole chiave e far puntare il più alto numero possibile di link al proprio sito (detti inbound link).
Quello che impropriamente possiamo chiamare il "SEO" delle origini, si basava su queste tecniche "sporche", che non generavano alcun contenuto di valore per gli utenti ma si limitavano a riempire le pagine web di informazioni ridondanti e spesso inutili.
Il lavoro di Google (ma anche di altri motori concorrenti come Yahoo!) negli anni è stato quello di ottimizzare costantemente il procedimento di indicizzazione dei contenuti, riuscendo a correggere le vecchie distorsioni per fornire dei risultati sempre più in linea con le ricerche effettuate dagli utenti.
A partire dall'algoritmo "Boston" del 2003, si è susseguita tutta una serie di aggiornamenti che ha migliorato notevolmente la fruizione dell'intera rete da parte degli utenti.
Ecco un'interessante infografica dei cambiamenti degli algoritmi alla base del meccanismo di indicizzazione dei contenuti nel corso degli anni: