Per quanto non ne esista una definizione ufficiale, nel tempo la sigla Web 2.0 ha assunto dei connotati ben chiari in contrapposizione a quello che rappresentava il contesto precedente alla sua diffusione. In particolare per Web 2.0 si intende il compimento di quel passaggio progressivo con il quale servizi ricchi di contenuti statici e sviluppati con l’intento essere “uno a molti”, si sono evoluti in punti di contatto tra persone, creazione di comunità virtuali, interazioni social e contenuto generato dalle persone.
Già dal 2006 si è iniziato a parlare in maniera rilevante di Web 3.0 con Tim Berners Lee, che fece riferimento ad esso come un contenitore più ampio del quale fa parte anche il web semantico. Il Web 3.0, come il suo predecessore, non gode di una vera e propria definizione ufficiale e così come esso necessiterà probabilmente di un periodo lungo per affermarsi.
Se la nascita e la diffusione dei social hanno favorito lo sviluppo del Web 2.0, si deve all'html 5 uno dei meriti principali del cambiamento del web e dell'avvio di quella fase di transizione che ci porterà progressivamente al Web 3.0. Questo linguaggio, a differenza dei suoi predecessori, nasce infatti proprio con l’intento di fornire un valore semantico ai contenuti e consentire ai browser web di poterlo interpretare. I nuovi tag html introdotti più che identificare gli elementi della pagina come porzioni di testo (es. titoli e paragrafi) li identificano per tipologia di contenuto (es. articoli, video, date e autori).
Parallelamente alla diffusione dell’html 5 l’altro aspetto importante per la diffusione del Web 3.0 è l’avanzare della ricerca nell'ambito dell'intelligenza artificiale. Per comprendere infatti un qualsiasi messaggio è necessario sopratutto interpretarlo. Per capire quanto sia difficile questo basti pensare ad esempio a un messaggio scritto, dal tono sarcastico. Il messaggio “questa lavatrice è eccezionale!” significa che un utente è felice del suo acquisto. Ne siamo sicuri? Esistono decine e decine di variabili che potrebbero portarci a credere che l'intento di quel messaggio sia invece l'opposto: ad esempio se associato alla foto di un bagno allagato per colpa della lavatrice stessa. E’ anche per questo motivo che il periodo di transizione che porterà al Web 3.0 è probabilmente ancora lungo e ne vedremo il compimento vero forse tra una decina di anni.
Il tentativo di andare in questa direzione è comunque evidente analizzando due nomi importanti quali Google e Facebook. Facebook ha avuto il vantaggio rispetto a Google di essere sin dall'inizio una piattaforma di raccolta di opinioni, interessi e attività dei propri utenti; tuttavia Google in pochi anni ha recuperato terreno in questo senso, grazie ai grandi investimenti fatti. Non è comunque da meno il vantaggio di Google, con l'utilizzo globale del suo motore di ricerca. Questo utilizzo permette a Google di prevedere con grande precisione il verificarsi di alcuni eventi, prima degli altri. Un esperimento ha dimostrato come l’impiego di alcune particolari chiavi di ricerca legate alla salute, gli abbia permesso di anticipare di qualche giorno la comunicazione da parte degli organi preposti riguardante un nuovo ceppo influenzale che si stava diffondendo nel mondo. Si potrebbe dire che Google ha molte più informazioni all'interno dei propri database dei modi in cui è in grado di sfruttarle, semplicemente perché forse ci vorrebbe il lavoro coordinato di centinaia di migliaia di persone per ricoprire tutte le possibilità.
Se Google si sta spostando sugli interessi e i bisogni delle persone, Facebook lo sta facendo al contrario in direzione di Google, ossia sul motore di ricerca. Un motore di ricerca che ti consente di ragionare per interessi, passioni e trend. E' possibile infatti, per ora solo impostando Facebook in lingua inglese, effettuare delle ricerche molto dettagliate all'interno di Facebook stesso: ad esempio scrivendo in inglese la seguente frase: "le band preferite dai dipendenti della Nike".
Un approfondimento a parte meriterebbe il modo in cui l’avvento vero e proprio del Web 3.0 determinerà un salto di qualità nell’ambito della domotica e la sua totale diffusione all’interno delle nostre abitazioni. Per semplificare possiamo supporre che se prendessimo come riferimento il livello di intelligenza artificiale di Google Translate, solo quando questo sistema sarà perfetto allora saremo tranquilli nel dotare la nostra abitazione e tutti i suoi elettrodomestici di un sistema simile a Siri, perché vorrà dire che potremo parlare con le macchine ed essere capiti. Ma su questo stiamo andando (forse) ben più in là di 10 anni da ora.
Per concludere, è forse ancora presto per parlare di era del Web 3.0 anche se qualcuno sostiene che ci siamo già dentro e nel tempo si evolverà sempre di più. Di fatto si sta procedendo a grandi passi in questa direzione e quindi chi anticiperà i tempi nella maniera più strategica ne trarrà grande vantaggio.