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Web Design e UXD
Dagli allegati al web design, come ridurre l’impatto ambientale dei siti internet

Dagli allegati al web design, come ridurre l’impatto ambientale dei siti internet

5 giugno 2023Dagli allegati al web design, come ridurre l’impatto ambientale dei siti internet

La progettazione di un sito impatta fino al 30% sulle sue emissioni di C02. Nascono così start up e rami d’azienda che sono specializzati in soluzioni a basso consumo energetico

Secondo le stime del Global Carbon Project, se il web fosse una nazione, sarebbe la terza per consumo di energia elettrica e la quarta per inquinamento, dopo Cina, Usa e India. È un conteggio a cui, con livelli diversi, partecipano tutti: le big tech, la grande infrastruttura di cavi sottomarini e data center imprescindibile per l’economia contemporanea, così come i piccoli comportamenti individuali, che passano dalla gestione delle email alla navigazione da smartphone, tablet o pc.

Anche il modo in cui un sito web è progettato determina il suo maggiore o minore consumo energetico. Secondo le stime della no-profit Green Software Foundation, il web design potrebbe rappresentare circa il 20-30% del consumo totale di energia ed emissioni di CO2 di un sito. Questo perché influenza le dimensioni del trasferimento dei dati che, a loro volta, incidono sul consumo energetico dei dispositivi, dell’infrastruttura di rete, dei data center.

La riduzione dell’impatto ambientale

Di pari passo all’aumento di questa consapevolezza, stanno nascendo imprese o rami d’azienda focalizzati sull’ottimizzazione dei siti e la riduzione del loro impatto ambientale. La casa di moda Valentino è una delle ultime ad aver avviato un percorso, in collaborazione con l’azienda Karma Metrix, per misurare le prestazioni energetiche delle sue pagine e siti web e ridurne l’impatto. E sono oltre cento le aziende che si sono già affidate alla start up Code me Green.

Reply, la principale azienda di software e Ict in Italia, presente in 16 Paesi, ha un team interno dedicato allo studio di diverse metodologie di green web design e al loro specifico impatto in termini di riduzione di CO2, frutto della collaborazione con la start up Daedalus.AI. Il chief technology officer dell’azienda, Filippo Rizzante, evidenzia gli elementi che rendono un sito maggiormente impattante: la quantità di dati, composta soprattutto da contenuti come video e immagini ad alta risoluzione (maggiore è la dimensione di un sito, maggiore è l’energia consumata per trasmettere questi dati sulla rete e di conseguenza le emissioni di C02); la quantità di richieste di rete, specie quelle effettuate per caricare risorse esterne, l’efficienza del codice e quella del server. «Lavorando su questi fattori, un sito web può ridurre significativamente le proprie emissioni. Ad esempio, la sola ottimizzazione delle immagini può portare a una riduzione delle dimensioni della pagina fino al 30-40%, che si traduce in un’analoga riduzione del consumo energetico e quindi delle emissioni di CO2», continua Rizzante.

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“Snellire” il web design

«Ci sono altri accorgimenti tramite i quali i web designer possono “snellire” ulteriormente i siti web: ad esempio, individuare ed eliminare dalla versione finale di un sito le parti inutilizzate usando strumenti di analisi del codice; ridurre la dimensione dei singoli file (tecnica detta “minificazione”) applicando al codice algoritmi di compressione del testo; fare in modo di non caricare un’immagine o un video a meno che l’utente non scorra la pagina fino a quella sezione; limitare l’uso di script di terze parti e assicurarsi che quelli inclusi siano ottimizzati nelle dimensioni; evitare l’uso eccessivo di immagini, video e animazioni complesse come il parallax scrolling, una tecnica di web design che dà l’impressione che un primo piano si muova di fronte a uno sfondo», spiega Rizzante. «Queste tecniche ci permettono non solo di ridurre il suo consumo energetico, ma anche di offrire agli utenti un’esperienza più fluida e veloce».

 

Vademecum per gli utenti

Filippo Rizzante aggiunge un vademecum dei comportamenti che il singolo utente può adottare. «Utilizzare i siti web in modo efficiente, per esempio limitando il numero di schede aperte contemporaneamente e installare i plug-in del browser per impedire il caricamento di contenuti pubblicitari. Lo streaming video è una delle attività a più alta intensità energetica: scaricare i contenuti, anziché riprodurli in streaming, riduce i consumi, soprattutto se si pensa di accedervi più volte. Mantenere il software aggiornato ne migliora sia l’efficienza sia la sicurezza e, infine, serve ottimizzare la propria casella di posta elettronica, limitando o comprimendo gli allegati e liberandola regolarmente, per ridurre le esigenze di archiviazione e trasmissione dei dati».

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